sabato 4 giugno 2011

Festival dell'Economia 2011 - Trento

La città di Trento ospita dal 2 al 5 giugno la sesta edizione del Festival dell'Economia, intitolata "I confini della libertà economica"
Sono in programma numerose conferenze ed incontri, con economisti, professori universitati, ospiti internazionali...
Le strade e le piazze sono piene di striscioni arancioni, di stand, di gente e, soprattutto, di Economia.




Quest'anno ho deciso di partecipare anch'io.
Ho seguito innanzitutto la cerimonia di Inaugurazione, alla quale sono intervenuti Alessandro Andreatta, Tito Boeri, Corrado Passera, Lorenzo Dellai, Innocenzo Cipolletta, Giuseppe Laterza e Alberto Orioli, presentando e commentando i temi e gli argomenti dei numerosi eventi in programma.




Subito dopo, ho seguito l'"incontro con l'autore" dedicato al libro "Fatti più in là. Donne al vertice delle aziende. Le quote rosa nei CdA", di Monica D'Ascenzo, giornalista de "Il Sole24ore".
La discussione, moderata dalla giornalista Tonia Mastrobuoni, si è concentrata sul tema della presenza femminile negli organi di controllo delle società italiane e, più in generale, nelle posizioni di rilievo di aziende e banche.
L'argomento affrontato mi interessava molto. Mi è capitato spesso, infatti, di interrogarmi su come, il mio essere donna, inciderà sul mio percorso nel mondo del lavoro, quando, fra poco più di un anno, concluderò i miei studi universitari.
Certamente, essendo una studentessa di scienze bancarie, mi ha fatto molto piacere ascoltare gli interventi di Anna Maria Tarantola, Vicedirettore Generale della Bance d'Italia, e Corrado Passera, Consigliere Delegato di Intesa Sanpaolo.


Anna Maria Tarantola ha definito il tema della presenza femminile nel mondo del lavoro un tema strategico per il nostro Paese, citando i risultati di alcune indagini, che hanno stimato il miglioramento in termini di PIL e di performance aziendali di una riduzione del divario tra uomini e donne.
Dal suo discorso ho colto in particolare un punto, sul quale mi trovo pienamente d'accordo: le quote rosa, e la carriera delle donne, devono essere basate sul merito, perchè le donne raggiungano i propri traguardi con la fatica e la propria bravura. Le quote rosa, ha sottolineato inoltre, non sono sufficienti, devono essere parte di un processo che si basi sul miglioramento delle possibilità di conciliazione tra vita familiare e lavorativa e, soprattutto, sul superamento di steriotipi e limiti culturali. La donna deve avere la possibilità di esserci, senza essere messa di fronte alla scelta tra carriera e famiglia, tra solitudine e successo professionale. Si dovrebbe intervenire a livello culturale, nell'educazione e nell'istruzione, nella condivisione dei ruoli genitoriali, nella cultura del Paese... in una società costruita non proprio per le donne (in cui i medici ricevono solo in orario di lavoro...).
Le donne, poi, non devono autocondannarsi all'invisibilità perpetua, con i propri pensieri e le proprie azioni.


Corrado Passera ha commentato positivamente l'introduzione delle quote rosa, come meccanismo forzoso, proposto dalla legge, per intervenire in un Paese nel quale la presenza femminile nelle posizioni di governance è ancora basso.
A livello aziendale, ha poi proposto alcune possibili soluzioni per sostenere le donne nella costruzione della propria carriera:
  •  cercare di capire i meccanismi negativi che filtrano il genere femminile, chiedendo direttamente alle donne di individuare le maggiori difficoltà incontrate (formando come è stato sperimentato all'interno di Intesa Sanpaolo una comunità di persone che comunicano e condividono esperienze);
  • prevedendo un sistema di tutoraggio che segua la carriera e lo sviluppo professionale delle persone, soprattutto quando in momenti particolari della loro vita (ad esempio durante la maternità) rischiano di interrompere il rapporto con l'azienda, per favorirne la prosecuzione del proprio percorso lavorativo al rientro;
  • lavorare sull'implementazione di condizioni di lavoro flessibili, con orari e soluzioni che agevolino la donna nel periodo in cui incontrano le maggiori difficoltà, con impegni familiari spesso imprevedibili. 
A livello familiare ha sottolineato la necessità di una suddivisione efficace dei compiti all'interno della famiglia, in modo tale che la carriera sia una realtà anche per la donna, e non solo per l'uomo.
A livello sociale sarebbe necessario costruire una rete maggiore di servizi, in particolare asili nido, per rendere più agevole la conciliazione tra lavoro e famiglia.


Ho riportato ciò che ho colto, e che mi ha colpito, di questo incontro.
Certamente nella mia mente sono rimaste diverse idee e diverse sensazioni.... è rimasta però soprattutto una grande motivazione, che spero sarà sempre con me quando pian piano cercherò di rendere concreti i miei sogni.
Una studentessa di legge presente nel pubblico è intervenuta al termine dell'incontro, affermando in particolare "Io non mi sento diversa". Lei appartiene alla mia generazione. Noi, effettivamente, veniamo da anni di studio durante i quali non ci siamo mai sentite diverse dai nostri compagni...
La strada da compiere è ancora sicuramente lunga, ma molte cose, sicuramente, sono e stanno migliorando.
E' vero, ai vertici delle società italiane la presenza femminile è ancora bassa... ma a livello scolastico ed universitario,ad esempio, mi rendo conto di quanto noi ragazze otteniamo risultati uguali, e spesso migliori, a quelli dei ragazzi. Anche a livello di assunzioni, lo stesso Corrado Passera l'ha sottolineato, la presenza femminile è importante e sta aumentando, come nelle posizioni manageriali...

I protagonisti, o meglio le protagoniste, del gioco siamo noi.
Noi, con la nostra passione, la nostra determinazione e la nostra femminilità!


Il sito ufficale del Festival, nel quale è possibile trovare il programma e il materiale degli eventi è
Festival dell'Economia 2011

lunedì 2 maggio 2011

Responsabilità sociale d'impresa e banche


In un contesto economico nel quale la globalizzazione richiede alle imprese una maggiore flessibilità e il contenimento dei costi, diventa sempre più importante monitorare e gestire con efficienza non solo i processi interni all'azienda, ma anche e soprattutto le relazioni con gli stakeholder.  

La responsabilità sociale d'impresa può essere vista proprio come un sistema ottimale di monitoraggio e gestione delle relazioni aziendali con gli interlocutori interni (risorse umane, soci e amministratori) ed esterni (finanziatori, clienti, fornitori, pubblica amministrazione, ambiente).  Tali relazioni vengono misurate attraverso un set di indicatori e la comunicazione della responsabilità sociale avviene tramite una certificazione etica, ma la responsabilità sociale non può essere considerata come un semplice strumento di certicazione, o finalizzata esclusivamente al marketing. La responsabilità sociale d'impresa può permettere alle imprese di rendere endogeni, e quindi governabili, i fattori determinanti del macrosistema di riferimento in cui vivono. 
L’etica aziendale e l’implementazione di un sistema di responsabilità sociale non è in contrasto con la massimizzazione dei profitti dell’impresa, definito da Milton Friedman nel 1970 come obiettivo dell'impresa.  Al contrario, la responsabilità sociale di impresa può essere considerata una metodologia ideale per il perseguimento del massimo profitto: una totale integrazione dell’impresa nella società non sacrifica il risultato, ma può migliorarlo significativamente. 
L’attuazione di pratiche socialmente responsabili si sta sempre più diffondendo all’interno delle imprese di maggiori dimensioni, che probabilmente hanno colto la sua importanza come strumento per competere nel villaggio globale. Al contrario soltanto una decina di PMI italiane ha adottato processi di gestione della CSR.
La CSR non deve però essere appannaggio esclusivo delle aziende di grandi dimensioni ma, al contrario, la minor complessità di gestione delle relazioni di una impresa di minori dimensioni potrebbe rappresentare un vantaggio, rispetto alle aziende più strutturate.
La mancata adozione di pratiche di CSR da parte delle PMI italiane è probabilmente legato in primo luogo ad un problema di cultura aziendale: molte aziende non conoscono il vero significato della responsabilità sociale e i vantaggi della sua adozione. Sarebbe fondamentale una attività di promozione e diffusione della cultura della responsabilità sociale, in chiave di rilancio dello sviluppo dell’economia locale e dell’economia italiana. 


Soprattutto per le PMI un ruolo chiave nel processo di trasmissione delle conoscenze spetta al sistema bancario.
L’adozione di sistemi di gestione della responsabilità sociale da parte delle piccole medie imprese non solo faciliterebbe la comunicazione con il sistema finanziario, ma potrebbe rafforzare il rapporto banca-impresa, facilitando la rilevazione dei fabbisogni finanziari e delle strategie di investimento ottimali.
Il rapporto banca-impresa è stato caratterizzato per molto tempo da una scarsa collaborazione.
Negli ultimi anni, però, anche grazie all’adozione di nuovi sistemi di valutazione del merito creditizio della clientela, è aumentata in modo esponenziale la quantità e la qualità di informazioni di cui necessitano gli istituti di credito per individuare le strategie di investimento ottimali e i fabbisogni finanziari delle imprese.
Gli accordi internazionali di Basilea 2 hanno infatti reso più formalizzato l’accesso al credito da parte delle imprese, rendendo più urgente l’esigenza di trasparenza nel rapporto banca-impresa.
Alle banche è richiesto non solo di adottare nuovi strumenti finanziari e nuovi metodi di valutazione del rischio di credito, ma anche di rendersi pienamente responsabili dell’economia del territorio, avvicinandosi sempre più e sempre meglio alle imprese, in chiave di veri e propri partner e non solo in chiave di semplici finanziatori.
Gli istituti di credito dovranno far comprendere agli imprendirori che una maggiore comunicazione non equivale ad una minore segretezza del proprio business, ma può consentire di accedere a risorse finanziarie maggiori e con minor costo. Le banche dovranno offrire alle PMI un servizio di qualità, accompagnando le imprese non solo nella gestione finanziaria, ma anche e soprattutto verso nuove strategie di eccellenza imprenditoriale, tra le quali la CSR assume grande importanza.

L’adozione di un processo di gestione responsabile d’impresa può rappresentare un’opportunità a livello micro, cioè per le imprese che possono dotarsi di sistemi ottimali di gestione delle relazioni aziendali,  e a livello macro, in quanto permetterebbe una perfetta integrazione dell’azienda nel territorio e lungo le direttrici dell’internazionalizzazione nel villaggio globale. Ciò, frammentando le reti di fiducia e riducendo i costi di transazione delle imprese, fornirebbe incentivi per la diffusione di politiche di innovazione a tutti gli attori della catena, non solo agli intermediari finanziari, ma anche alle istituzioni, ai centri di ricerca, alle università.


La redazione di questo post è stata ispirata dalla lettura del libro "La responsabilità sociale nel rapporto banca-impresa", De Nardi - De Vincenti, ed. 2007 Franco Angeli. scheda libro
Ovviamente questo post non costituisce una critica fedele al testo in questione, ma una semplice riflessione, integrata da idee ed espressioni del tutto personali.